SPIROTIGER: APPLICAZIONI DELL'ALLENAMENTO RESPIRATORIO
con Michela Castoldi, Campionessa del Mondo Junior FGI, Nazionale di Ginnastica Aerobica. Dott. Andrea Vivian, Membro Attivo del Comitato Scientifico EMSC.
Con l'evoluzione dell'allenamento in questi ultimi anni, l'allenamento respiratorio è stato portato all'attenzione di tutti i migliori tecnici e in ogni disciplina sportiva. È ormai riconosciuto (in Italia, grazie alle numerose vittorie) che gran parte degli sport necessitano di ricondizionamento posturale, di mobilità del tronco in genere (colonna, gabbia toracica) e di capacità coordinativa dei muscoli respiratori.
L'Atleta Michela Castoldi, atleta Junior di Ginnastica Aerobica, per la Società AmicoSport, ha utilizzato questo semplice e innovativo mezzo d'allenamento inserendolo tra le metodiche tradizionali, coadiuvata da Andrea Vivian e sotto il rigoroso controllo di Alessandra Gariboldi, Allenatrice della Squadra Nazionale Junior FGI.
Proprio per le caratteristiche della gara e dell'impegno tecnico e respiratorio dello stile in esame, Michela, asmatica, inizialmente ha "imparato" la tecnica e la coordinazione del gesto respiratorio con SpiroTiger. L'intuizione pone le sue basi sulla valutazione preventiva delle Frequenze Respiratori (FR) alle quali l'atleta "si comporta meglio", durante il gesto ventilatorio, per riportarle solo in seguito nel gesto tecnico.
Dopo una fase di apprendimento seguita da una di incremento, si è proposto all'atleta un particolare allenamento, basato sulle intuizioni descritte dal Dott. Luciano Bernardi in uno studio universitario che mette in correlazione la FR e le Frequenze CardiacheC (FC) con il Tempo in BPM della musica ascoltata dalla persona. Gli allenamenti proposti hanno avuto lo scopo di far adattare l'atleta a FR minore (FR sotto i 50 atti/min) di quella che il sistema respiratorio adotterebbe nel gesto tecnico, ovvero nello svolgimento vero e proprio delle routine.
Il miglioramento del rendimento di Michela è stato evidente soprattutto negli ultimi secondi della routine, in cui l'affaticamento generale, per il cosiddetto "annebbiamento", porta affanno.
A fine gara, le sensazioni descritte sono state molto buone: "molta lucidità, una sensazione molto chiara". I tempi di recupero inoltre sono risultati nettamente più brevi, soprattutto in allenamento quando il ripetersi del gesto è particolarmente affaticante per l'atleta.
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